Dialogo al Buio

La 3G dell’indirizzo arti ausiliarie delle professioni sanitarie ottico all’Istituto dei Ciechi di Milano

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Personale scolastico

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Non ho mai  provato ad immaginare come sarebbe la mia vita senza il senso della vista, ma sicuramente sarebbe molto diversa e complicata rispetto a quella odierna; eppure, anche se per una brevissima ora, in occasione di l’uscita didattica presso l’Istituto dei Ciechi di Milano, ho provato a riflettere con i miei compagni  sulle  sensazioni che vivono le persone non vedenti.

Il “percorso al buio” è l’esperienza che l’Istututo propone ai visitatori: ha l’obiettivo di far riflettere su quanto poco usiamo il senso dell’udito, del tatto, del gusto e dell’olfatto. Divisi in piccoli gruppi e accompagnati da una guida non vedente e dotati unicamente di un bastone per non vedenti, abbiamo percorso totalmente al buio stanze che hanno stimolato i nostri sensi, tutti tranne la vista perché il percorso è totalmente al buio. Abbiamo usato il tatto per riconoscere ambienti, piante, sassi, tronchi e foglie di alberi ma anche per riconoscere i monumenti di Milano rapppresentati in rilievo su quadri alle pareti e oggetti di uso quotidiano.

Il tatto e l’olfatto abbiamo dovuto usarli per riconsocere, tutti sistemati attorno  un tavolo,  diversi alimenti e l’udito per riconoscere un ambiente cittadino, i suoi rumori e gli  oggetti che lo caratterizzano: semaforo, auto, motorini.La visita si è conclusa nel locale bar dove un cameriere ci ha offerto da bere e al buio ci ha portato le bevande e abbiamo bevuto.

Durante tutto il percorso ho visto soltanto nero e per questo ho fatto molta fatica ad arrivare alla fine ma mi ha fatto capire che nella vita molte cose si danno per scontate e mi sono reso conto di quanto sia importante la vista, ma anche di quanto lo siano   tutti gli altri sensi che io  uso  in automatico, non rendendomi conto di quanto siano fondamentali per la mia vita quotidiana.

Mi sono reso conto anche di quanto mi sono dovuto affidare a Giuseppe, la nostra guida, perché senza di lui  io e i miei compagni non saremmo  mai arrivati alla fine del percorso.

 

Christian Zaupa

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