Il contenuto della circolare numero è riservato.
La nostra scuola ha aperto le porte a TV 7, settimanale di approfondimento a cura della redazione del TG1, per condividere le buone pratiche della peer education e della giustizia riparativa.
Attraverso la metodologia della peer education l’adolescente da semplice oggetto di interventi educativi diventa un vero e proprio protagonista, capace di veicolare messaggi di prevenzione tra i suoi pari. Il lavoro di peer education nella nostra scuola avviene grazie alla collaborazione con ATS Insubria e la cooperativa “Lotta contro l’emarginazione”. Ogni anno gli studenti peer delle classi terze scelgono un tema su cui lavorare e di cui farsi poi portavoce con gli studenti delle classi seconde. Quest’anno gli studenti hanno scelto di lavorare sulle relazioni, approfondendo l’interdipendenza relazionale.
La formazione dei peer avviene qui a scuola, ma in un tempo extrascolastico. Gli studenti partecipano volontariamente a questa attività di formazione che li vede impegnati per più di 12 ore prima del loro ingresso nelle classi.
Da quest’anno scolastico, inoltre, abbiamo dato ai nostri studenti la possibilità di accedere allo sportello di giustizia riparativa. La collaborazione con il Polo di Giustizia riparativa di Varese ci sta permettendo di dare un chiaro messaggio: agli errori bisogna rimediare e noi come scuola riteniamo fondamentale che il ragazzo possa riflettere su quanto ha commesso, sviluppare la capacità di gestire la rabbia, riconoscere la conseguenze delle proprie azioni sulle altre persone.
I risultati del lavoro con i nostri studenti potremmo anche non vederli nell’immediato, ci vuole tempo e perseveranza, ma nell’educazione diventa fondamentale scommettere anche su quello che il più ragionevole calcolo delle probabilità annuncerebbe come irrealistico, lavorare con gli adolescenti significa per noi credere nella possibilità del cambiamento che nasce in un ambiente nel quale lo studente sente la fiducia e le aspettative positive nei suoi confronti.
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